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Sempre più persone fanno ricorso alla fecondazione eterologa, in Italia come in tutta Europa.

Le coppie che non possono avere figli in maniera naturale, non prendono subito in considerazione l’eterologa. Uomini e donne affrontano il problema in maniera diversa, ma per entrambi non è facile rassegnarsi a non trasmettere il proprio patrimonio genetico, come se questo fosse l’unico collegamento possibile con il bambino. Si tratta di una decisione difficile, che richiede tempo ed elaborazione.

Per una donna è più semplice accettare di ricorrere all’ovodonazione. Durante la gravidanza instaura comunque una forte connessione con il bambino, perché lo porta in grembo, lo sente crescere dentro sé. La madre dà all’embrione un imprinting durante la gestazione e ne indirizza lo sviluppo, anche se l’ovocita non le appartiene.

Per un uomo è più difficile rassegnarsi a non poter dare il suo contributo genetico al figlio, perché non stabilisce con lui, durante la gravidanza, un legame affettivo paragonabile a quello della madre. Può sembrare che gli spermatozoi siano il suo unico apporto, la sua unica relazione col bambino.

La coppia è pronta ad affrontare una fecondazione eterologa solo quando comprende che un figlio è un atto d’amore. Il bambino è di chi lo partorisce, lo segue nella crescita, gli dedica il suo tempo e lo ama. 

Contatti:
Dott. Giuseppe Valenti 3472218463
CRPO medicina della riproduzione di Livorno 0586 444034 – 3319007861
Centro Genesy di Palermo 091 309380
A Roma è operativo un ambulatorio di riferimento curato dal prof. Antonino Perino: presso clinica Ars Biomedica, via Luigi Bodio 58, 06 361494696/7

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