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In questo articolo provo a rispondere alle domande più frequenti che mi rivolgono le pazienti, dare una risposta può essere utile per affrontare con più serenità una tecnica di FIVET-icsi omologa o eterologa.
Al primo posto tra le domande troviamo se esistono effetti collaterali durante la stimolazione per una tecnica di secondo livello (fivet-icsi)
Le stimolazioni provocano effetti collaterali dovuti all’uso di ormoni. Alcune pazienti non avvertono nessun disturbo, mentre altre hanno dei sintomi quali sensazione di gonfiore all’addome e al seno, stanchezza, ritenzione idrica alle gambe, lievi mal di testa, tutte sensazioni fisiologiche. Ogni donna infatti risente fisiologicamente dei differenti influssi ormonali che caratterizzano i vari momenti del ciclo mestruale, quindi è facile comprendere che se si ci prepara per una gravidanza si risentirà degli ormoni dati in questo momento.
Altra domanda frequente è se si può  fare sport durante la stimolazione!
All’inizio della stimolazione non ci sono controindicazioni ma dopo il primo controllo follicolare sconsigliamo lo svolgimento di attività fisica intensa, perché le ovaie stanno crescendo a causa della stimolazione e l’aumento delle dimensioni potrebbe causare  dei disturbi. Per questa ragione, è meglio ridurre o interrompere un’attività sportiva se intensa .
Un’altra domanda ricorrente è se bisogna assumere i farmaci ad orari fissi
Qualunque sia la tecnica in corso, se non c’è un’indicazione precisa, si potranno scegliere gli orari che si  preferiscono in base al proprio ritmo di vita ma rispettando sempre la stessa fascia oraria, quella più comoda che dovrà essere rispettata anche nei giorni successivi.
È importante seguire accuratamente gli orari per assumere i farmaci, perché così il corpo sarà sottoposto a un dosaggio ormonale costante e regolare. Inoltre, rispettare gli orari evita di dimenticare di assumere i medicinali.
Spesso, dalle pazienti che preparano l’utero per ricevere gli embrioni in una tecnica dì ovodonazione, ci viene chiesto quale sia la differenza tra i cerotti e le compresse a base di estrogeni.
I cerotti medicati hanno lo stesso effetto delle compresse, poiché si prescrive la stessa dose di estrogeno. Anziché somministrarlo per via orale col rischio di provocare effetti collaterali a certe pazienti con problemi gastrici o altre patologici prescriviamo i cerotti, che consente la diffusione transdermica lenta e costante nel corpo, si tratta di un trattamento meno aggressivo.
I cerotti vanno applicati sulle zone del corpo in cui si accumula il grasso: sulle natiche, sull’esterno delle cosce o delle braccia, insieme o in punti diversi ed è utile cambiare ogni volta zona per evitare l’arrossamento e la saturazione della pelle nello stesso punto. Consigliamo di non applicare mai i cerotti sul seno, sulla pelle umida o unta in seguito all’applicazione di una crema o di olio, su una lesione della pelle come una ferita, un neo o su una zona soggetta alla frizione degli indumenti ad esempio la vita dei pantaloni o la zona del reggiseno.
Qualora il dispositivo si staccasse accidentalmente, basta riattaccarlo su un’altra zona o utilizzare  un nuovo cerotto, che dovrà togliere alla data prevista per quello precedente, in modo da rispettare il planning.
Le pazienti più attente e curiose, sempre nel caso di una ovodonazione, ci chiedono
perché la dose di progesterone (ovuli vaginali) è superiore a quella indicata nel foglietto informativo della scatola.

È normale assumere una dose più alta di quella raccomandata dalla casa farmaceutica, perché in genere questo farmaco si usa nel trattamento di sostituzione come per le donne in menopausa. Nell’ambito della procreazione assistita invece si prescrive una dose più alta perché le esigenze della gravidanza sono maggiori. Il progesterone permette di dare un supporto all’inizio della gravidanza. E questo è anche il motivo perché oltre agli ovuli si prescrive anche progesterone per via sottocutanea o intramuscolare.
Una domanda che non manca mai è: quali vitamine si possono assumere?
Per la donna raccomandiamo l’assunzione di acido folico o vitamina B9. Permette di evitare il rischio di difetti del tubo neurale, come la spina bifida del futuro feto. La dose consigliata è di 0,4 mg al giorno. In pazienti diabetiche con precedenti familiari di spina bifida o con qualche deficit concreto o altri casi specifici, si consigliano preparati con dosi di 5 mg al giorno.
Anche per l’uomo ci sono integratori vitaminici che permettono di migliorare la qualità spermatica, a base di L-carnitina, zinco, acido folico e vitamine C, B12, E e antiossidanti in generale. In ogni caso non esistono studi scientifici che dimostrino che questi integratori per l’uomo aumentino la fertilità.
Ma arriva sempre il momento in cui la domanda è: sono stressata, durante il trattamento ormonale, che cosa posso prendere?
Siamo consapevoli del fatto che la preparazione ormonale potrebbe alterare dal punto di vista emotivo e provocare stress in attesa della visita con il medico per sottoporsi alla tecnica. Consigliamo di condurre una vita sana e di fare sport leggeri per canalizzare l’energia: yoga, camminate, cyclette, nuoto… Se si è molto stressati, consigliamo un trattamento poco aggressivo e naturale, se possibile, come la valeriana o i fiori di Bach: Esistono molti trattamenti naturali e alternativi con buoni risultati. È importante però sottolineare che una volta eseguita la tecnica  cioè dopo il trasferimento embrionale, non tutte le piante e i rimedi naturali sono compatibili con una gravidanza, per cui è importante consultare il medico o il farmacista.
Domanda chiave delle  donne che si sottopongono ad un percorso di Ovodonazione e che iniziano la terapia per la preparazione endometriale è se è necessario fare un’ecografia dell’endometrio prima del trasferimento di embrioni.
Non c’è nessun obbligo di eseguire il controllo dell’endometrio mediante ecografia se il medico non  l’ha prescritto. La maggior parte delle donne ha uno sviluppo dell’endometrio completamente normale. Ma se è la prima volta che si fa una stimolazione è molto importante fare i controlli ecografici dato che non si conosce la capacità di crescita dell’endometrio, soprattutto nelle donne in età avanzata o che erano già in menopausa.
Tantissime sarebbero ancora le domande che ci rivolgono le coppie da mettere in evidenza ma concludiamo questo articolo con la domanda in assoluto più delicata fatta dalle donne che si approcciano al percorso dell’ovodonazione. E cioè se il figlio che nascerà somiglierà almeno un po’ a loro.
Già dire “il figlio che nascerà” fa comprendere che se partorisci un figlio quello è tuo al 100%, inoltre è importante ricordare che dal momento in cui si trasferiscono uno o due embrioni in utero si attiva un imprinting genetico che porterà la madre ad agire sulla penetranza e l’espressività dei geni. E ciò è meraviglioso. Ma mi piace sottolineare che, sia se un figlio è nato con ovodonazione o con eterologa maschile, il figlio ha sempre tantissimo dei propri genitori, nessuno di voi ha mai incontrato un bambino nato con donazione di spermatozoi che assomiglia tutto a suo padre? È l’incredibile bellezza della vita.

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